Crescere informando: un laboratorio si chiude e altri se ne aprono

La visione de "I cento passi" di M. T. Giordana
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Il progetto Crescere informando è ormai ben avviato e la nostra associazione, oltre ad essere capofila, è sempre più parte attiva. Il primo laboratorio “di coscienza antimafiosa” si è appena concluso, dopo gli appuntamenti svolti a dicembre e nei primi giorni di questo nuovo anno. Così, “Crescere informando” può entrare nel vivo delle attività progettuali.

Sino a pochi giorni fa, le studentesse e gli studenti dell’Istituto Medi di Galatone e del Liceo Galilei di Nardò hanno potuto apprendere i rudimenti delle tematiche alla base del progetto: legalità, Costituzione e strumenti di lotta alla mafia.

Il nostro collaboratore e formatore Massimiliano Lorenzo ha incontrato i partecipanti, presso il bene in disuso gestito dalla Cooperativa di comunità eLabora di Galatone, trasferendo le conoscenze necessarie per comprendere il mondo mafioso e gli strumenti della legalità. Dopo una breve introduzione, nel primo appuntamento, che ha aperto il Laboratorio di coscienza antimafiosa, i ragazzi e le ragazze si sono concentrati sulla vita di Peppino Impastato: uno degli esempi di lotta alla mafia, attraverso la militanza civile, politica e il giornalismo. È stata un’importante occasione per i presenti, che ancora non avevano visto il film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana, per osservare la storia di un uomo che ancora oggi in tanti rimpiangono. In più, nel consueto dibattito, tante sono state le domande poste al formatore e tante le curiosità sulla vita dei personaggi rappresentati nel film di Giordana.

Se le prime ore di “Crescere informando” sono state importanti per conoscere uno degli esempi italiani, il secondo appuntamento è stato fondamentale sia in tema di legalità sia per ciò che riguarda la coscienza civica. Infatti, grazie all’ausilio di video, le studentesse e gli studenti hanno potuto apprendere, dalle voci dei giudici della Corte, gli elementi costituzionali indispensabili per la diffusione della coscienza antimafiosa. A partire dall’articolo 1 della Costituzione, passando per gli articoli 2, 3, 9, 21, 32, 34, 37, ci si è concentrati sulle parole inserite e i concetti enunciati nella nostra Carta fondamentale: dal dovere di solidarietà alla difesa della cultura e del paesaggio, dal diritto-dovere all’istruzione al diritto alla salute.

L’ultimo appuntamento del Laboratorio di coscienza antimafiosa, invece, è stato incentrato su uno degli strumenti più importanti di lotta alle mafie: il riuso a fini sociali dei beni confiscati alle organizzazioni criminali. Come per i primi due incontri, anche in questo caso sono giunti in soccorso i video Rai, di diversi programmi della stessa rete pubblica nazionale, nei quali intervengono giudici come Antonio Balsamo e Nicola Gratteri, il massimo rappresentante dell’Associazione Libera Don Luigi Ciotti, il Presidente di Fondazione “Con il Sud” Carlo Borgomeo e protagonisti del Meridione italiano nel riuso dei beni confiscati. Tra la proiezione dei diversi video e alla fine di questa rassegna, i presenti sono intervenuti con passione, immaginando anche riutilizzi e possibili progetti nei luoghi prima in possesso alle mafie. Seppur giovani, hanno dimostrato le giuste capacità per rende sociali edifici e abitazioni confiscati, così come terreni e aziende agricole da restituire alla cittadinanza attiva.

Intanto, questa settimana partirà un altro laboratorio, quello di “public speaking” e via via gli altri due (giornalismo di inchiesta e video making). L’attività sarà tenuta dal giornalista Paolo Franza, il quale trasferirà le tecniche base per una corretta impostazione vocale e corporea del parlare in pubblico o dinanzi ad una telecamera. Tutti e tre i laboratori, come spiegato in precedenza, si completano e forniscono ottimi strumenti per servizi giornalistici efficaci nella pubblicizzazione di notizie e inchieste.